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Essere una Sad Girl Autumn

Da Instagram a TikTok, lo scoccare dell’autunno sul calendario riempie le timeline di tazze di tè, canzoni tristi e ragazze in pieno mood malinconico. Tra romanticismo, estetica, tristezza e stereotipi.

“Questo libro ti fa sentire come in un caldo e confortante abbraccio”, racconta con entusiasmo la creator Quirine Brouwer in uno degli ultimi reel pubblicati sul suo account Instagram: “sto attraversando un periodo emotivamente e psicologicamente provante e avevo davvero bisogno di un libro che mi facesse sentire così”, spiega. Il testo in questione si intitola In the Company of Witches, della scrittrice Auralee Wallace, ed è solo uno dei tanti titoli che Brouwer consiglia sul suo canale per aiutare le follower a vivere a pieno il passaggio dall’estate all’autunno attraverso letture “stravaganti e accoglienti”, that feel like fall. Brouwer non è certo l’unica a celebrare il cambio di stagione online pubblicando contenuti tematici dedicati al ritorno della fall season: insieme a lei, centinaia di utenti e creator nelle ultime settimane stanno immortalando la trasformazione estetica delle loro vite autunnali attraverso video che documentano il cambiamento delle loro scelte in fatto di look, arredamento e – ovviamente – contenuti digitali. Dopo la vita lenta, i panni di lino stesi al sole, e i vassoi di pomodori cuore di bue conditi con erbe aromatiche e olio Evo, ecco che i feed iniziano a tingersi di foliage: l’azzurro del mare cristallino lascia spazio al giallo senape, al verde oliva e al rosso mattone; i bicchieri di vino sulle colline del Chianti si trasformano in fumanti tazze di tè vicino alle finestre puntellate di pioggia; le Hot Girls Summer ripongono i bikini per crogiolarsi nella pigrizia da calo delle temperature, trasformandosi nell’ultima iterazione femminile del Web: la Sad Girl Autumn

Romantica malinconia

Il termine, che da qualche settimana sta tornando in auge nei video Instagram e TikTok, è in realtà apparso per la prima volta nel 2021, quando Taylor Swift ha rilasciato una nuova versione del suo celebre singolo All Too Well accompagnata dalla denominazione (Sad Girl Autumn Version), annunciando in un tweet: “One of the saddest songs I’ve ever written just got sadder”. Proprio come l’affermazione di Swift, la tendenza Sad Girl Autumn non celebra solo la romantica malinconia tutta al femminile, ma anche la capacità di sentirsi profondamente auto compiaciute della propria mestizia, che si costituisce come un sentimento da coltivare e documentare sui social attraverso rituali che fondono elementi dell’accoglienza scandinava hygge con immaginari witchcore a base di fiori essiccati, candele, tarocchi e vecchi manuali. Oltre ai libri, sono le opere cinematografiche e le serie tv a svolgere il ruolo di principali catalizzatori degli immaginari della Sad Girl Autumn: da Una mamma per amica (Gilmore Girls), le cui ambientazioni autunnali sono talmente piacevoli e accoglienti da aver portato migliaia di spettatori (tra cui la sottoscritta) a identificare l’arrivo dell’autunno con la necessità di rivedere le puntate della serie, a un sofisticato mix di opere che racchiudono gli aspetti magici e insieme malinconici che accompagnano l’atmosfera autunnale. Contribuisce all’incanto il fatto che la maggior parte delle pellicole consigliate è stata prodotta non oltre i primi anni Duemila, quasi a confermare che nell’anno del revival Y2K e dell’eco-ansia anche le stagioni diventano un’occasione per languire nel ricordo delle vibe di fine millennio: da Casper (1995) e i vecchi classici di Tim Burton alle rom-com con protagonista Meg Ryan (se non esiste già una vibecore a lei dedicata credo che questo potrebbe essere l’anno giusto per vederne la nascita), come Harry ti presento Sally (1989) e C’è posta per te (1998), passando infine per qualsiasi pellicola in grado di richiamare anche vagamente le estetiche cottagecore e tutte le sfumature di academia: Orgoglio e Pregiudizio (2005), Amori e Incantesimi (1998), L’attimo fuggente (1989), Mona Lisa Smile (2003).

Dopo la vita lenta, i panni di lino stesi al sole, e i vassoi di pomodori cuore di bue conditi con erbe aromatiche e olio Evo, ecco che i feed iniziano a tingersi di foliage: l’azzurro del mare cristallino lascia spazio al giallo senape, al verde oliva e al rosso mattone; i bicchieri di vino sulle colline del Chianti si trasformano in fumanti tazze di tè vicino alle finestre puntellate di pioggia.

La lista potrebbe andare avanti all’infinito fino a incorporare immaginari digitali sempre più specifici: come ogni trend online, infatti, anche la Sad Girl Autumn è soggetta alla frammentazione dei gusti e delle tendenze per opera dell’algoritmo, che crea filter bubble sempre più ristrette contribuendo alla costituzione di immaginari di nicchia iperdeterminati. È il caso dei video che ritraggono momenti di puro piacere atmosferico mentre si osserva il clima cambiare dalle finestre di case di design, oppure che incapsulano la bellezza immacolata dell’autunno in una destinazione suggestiva, come Londra o la Scozia. Gli immaginari possono essere molto particolareggiati, fino ad arrivare a un post di poche settimane fa che annunciava l’ingresso nella “Meryl Streep on a cool brisk fall day with $200 worth of flowers and slaying era”. Anche se l’idea che Meryl Streep abbia una vibe tutta sua mi sembra più che legittima, la capillare diffusione di queste micro-rappresentazioni testimonia come la generica atmosfera stagionale non sia più sufficiente a veicolare un immaginario attorno cui sviluppare contenuti e conversazioni online, soprattutto in un momento storico in cui l’insorgere di trend è così frenetico che un’estetica non fa in tempo ad affermarsi che un’altra è già pronta a prendere il sopravvento. 

Sfumature di autunno

Solo l’anno scorso, infatti, era il turno della Christian Girl Autumn, espressione di scherno nata su Twitter per descrivere quell’immaginario stilistico femminile composto da maglioni di lana bianchi, skinny jeans e stivali da cavallerizza (o Ugg), ma soprattutto da un malsano gusto per il Pumpkin Spice Latte, i cappelli fedora beige e un lifestyle perbenista e conservatore. Da questo punto di vista, la Sad Girl Autumn sembra nascere in antitesi alla Christian Girl Autumn, proponendosi come una versione più stravagante e intellettuale dello stereotipo femminile autunnale, la ragazza impopolare del liceo che finalmente si fa strada tra una folla di bellezze omologate. Ma è davvero così?

La Sad Girl Autumn non rappresenta un immaginario controculturale: è una rappresentazione stereotipata della femminilità bianca, occidentale ed eteronormativa, oltre che di un universo che vive di cliché culturali altrettanto mainstream: una sensibilità più spiccata, il legame mistico con gli elementi naturali, la preferenza di abbigliamento e oggettistica vintage, un atteggiamento da outsider.

Come osserva un articolo su Vox, la ricezione della Christian Girl Autumn come una tendenza troppo basic e conformista per essere considerata affascinante non dipende tanto dal suo carattere mainstream e dal suo legame con il capitalismo, la tradizione e la religione, ma dal semplice fatto che rappresenta la versione meno cool di tutti questi ambiti. Non è un caso che l’immaginario della Christian Girl Summer richiami da vicino l’estetica Cheugy, una tendenza che, secondo il New York Times, è stata inventata da alcuni membri della Gen Z per descrivere quell’atteggiamento fuori moda di chi “ci prova troppo”, una nuova categoria di pacchiano fatta su misura per i Millennial: sono Cheugy le cinture griffate, le scritte Live Love Laugh, le tazze Girlboss, le candele aromatiche e, ancora una volta, gli Ugg. Al tempo stesso, però, la Sad Girl Autumn non rappresenta un immaginario controculturale: come la sua controparte cristiana, si tratta in ogni caso di una rappresentazione fortemente stereotipata della femminilità bianca, occidentale ed eteronormativa, oltre che di un universo che vive di cliché culturali altrettanto mainstream, solo un po’ più adatti a dialogare con le macro-tendenze che coinvolgono anche le generazioni più giovani: una sensibilità più spiccata, un legame mistico con gli elementi naturali, la preferenza di abbigliamento e oggettistica vintage, un atteggiamento da outsider che fa tendenza.

L’aspetto più problematico della Sad Girl Autumn, però, è la romanticizzazione della tristezza femminile, intesa come la condizione di perenne desiderio e sofferenza verso un amore non ricambiato o una relazione tossica. Anche se l’estetica Sad Girl non ha stagioni, anzi rappresenta una cultura in perpetua evoluzione, da Emily Dickinson a Tumblr, la combinazione di malinconia di genere e S.A.D. (Seasonal Affective Disorder) crea un mix fatale: sfruttando le atmosfere cozy e hygge dell’autunno, la tristezza viene introdotta come un hobby o un rituale alla stregua della tazza di infuso pomeridiano e della lettura di un buon libro a letto. In un TikTok dedicato all’arrivo della stagione autunnale, la creator @lilaclaurels condivide la sua Sad Girl Autumn Agenda, lista che include diverse attività come visitare le caffetterie di quartiere, scattare fotografie in analogico, ascoltare la pioggia di notte, ma anche rompere una relazione e piangere in pubblico; mentre su Instagram la make-up artist @daniellemarcan pubblica un tutorial per riprodurre il crying girl makeup, promuovendolo come il trucco ufficiale della Sad Girl Autumn.

Da amante dell’autunno e delle atmosfere audiovisive associate a questa stagione, fa male ammettere che la tristezza femminile autunnale sembra un passo indietro rispetto alle ultime rappresentazioni digitali veicolate dal Goblin mode (definito dall’Oxford English Dictionary come “comportamento impenitentemente autoindulgente, pigro, sciatto o avido, in un modo che rifiuta le norme o le aspettative sociali”) e dalla recente Feral Girl (la party girl non perfezionista, che continua a divertirsi e a flirtare anche mentre il suo look si sgretola impietosamente sotto il peso della serata). In ultima istanza, come testimoniano le tendenze, la vera vibe sembra essere l’identità femminile e la sua performance, più che il cambio di clima stagionale: contemplanti e misteriose avvolte in una calda coperta di lana, spensierate e delicate nella nostra estate a base di pomodori italiani e, ancora, controverse femcel, apatiche Girl Moss, oneste girlfailure. E domani chissà. Intanto, mentre guardo compulsivamente i nuovi contenuti sull’identità femminile autunnale, l’algoritmo ha già capito tutto e mi propone la playlist Sad Girl Autumn su Spotify. Metto play e inizio a crogiolarmi nelle note di Moon Song di Phoebe Bridges mentre mi lascio cadere sulla poltrona vicino alla finestra.


Priscilla De Pace

Scrive di cultura digitale e società. È autrice della newsletter Una goccia e del saggio Al centro dei desideri. Consumo, nostalgia, estetiche digitali pubblicato per la collana Quanti di Einaudi (2023).

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